Nuove date per la rassegna milanese I TEATRI DEL SACRO – EPIFANIE URBANE
A Milano I Teatri del Sacro si svolgerà in due momenti: un primo appuntamento dal 27 marzo al 4 aprile con 3 spettacoli e poi dal 18 al 30 maggio, a precedere il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, saranno allestiti altri 5 spettacoli. Gli spazi coinvolti nella rassegna sono: CRT, Teatro Arsenale, Teatro Rosetum,Teatro PIME e Teatro San Paolo e poi il nuovo spazio di Campo Teatrale, un segno di creatività e di progettualità artistica e culturale nell’area decentrata di zona 3 che verrà inaugurato proprio con la rassegna I Teatri del Sacro. Il progetto è ideato e organizzato dalla Federgat con il sostegno del Comune di Milano e dell’Acec
PRIMA PARTE 27 MARZO/4 APRILE
27 e 28 marzo, ore21 – Campo Teatrale
Casavuota- L’abbandono alla divina provvidenza
di e con Alessandro Berti
Lo spettacolo trae spunto da un trattato sull’esperienza spirituale intesa come distacco fiducioso dalla propria autoreferenzialità per aprirsi totalmente alla contemplazione dell’attimo, del momento presente, cogliendo nella povertà di sé la pienezza di Dio. Una kenosis progressiva che l’attore, sedutoin poco spazio con pochi spettatori, come per una predica domestica, rende viva lasciando che lentamente il corpo si conformi al suono delle parole, nel compimento della semplice azione di pelare un cesto di mele, di cui alla fine saranno conservate le bucce, quel resto inutile che tuttavia custodisce l’essenza. Tutto compiuto esibendo gli scarni elementi della messa in scena (un mixer, qualche oggetto, una tonaca), quasi a voler mostrare che l’abbandono al momento presente non è solo prerogativa dell’esercizio mistico, ma anche del lavoro d’attore, del suo donarsi totale all’azione che compie ogni volta per lo spettatore, qui ed ora.
29 e 30 marzo, ore21 – Teatro Arsenale
Teatro Alkaest – La giornata di una sognatrice
di Copi, regia di Giovan Battista Storti, con Paola Galli, Matteo Melzi, Lorena Nocera,Marco Pepe, Fabrizio Rocchi
Tratto da un lavoro giovanile di Copì: qui le suggestioni del sacro vibrano intensamente sui confini disarticolati di una meditazione onirica sulla morte, facendo del teatro un non luogo dove le immagini e i sentimenti di una vita si rincorrono e si sovrappongono veloci,quasi a dilatare all’infinito l’ultimo respiro, il passaggio dall’una all’altra sponda. Un caleidoscopio di visioni contrastanti, di associazioni grottesche estruggenti, comiche e dolorose, su cui però, alla fine, quasi a placare lalotta delle emozioni, si irradia il senso di un’intensa compassione, di quella umana pietà che nel punto estremo della morte, nel gesto rituale della sepoltura, non cessa di invocare la possibilità della rinascita.
2 e 3 aprile, ore21 – Teatro Rosetum; 4 aprile, ore 21 – Teatro San Paolo
Ubi Minor – Lazzaro, vieni dentro!
drammaturgia di Giampiero Pizzol, con Carlo Pastori, Marta Martinelli, regia di Carlo Rossi
In Lazzaro, vieni dentro! il mistero della resurrezione si fa mistero comico:a seguito del miracolo, il protagonista si ritrova infatti alle prese con una claustrofobia post-traumatica che, nonostante le insistenze di Marta, gli impedisce di entrare in qualsiasi luogo chiuso, compresa la propria casa. Una metafora di esilarante comicità che tuttavia, nelle pieghe del riso, lascia affiorare il risvolto umano di una salvezza che porta sempre con sé l’angoscia della morte, il peso della testimonianza, la fatica di ritrovare il senso della vita.
SECONDA PARTE 18/30MAGGIO
18maggio, ore 20.30 – Chiesa di San Carlo al Corso
Fondazione Casa della Carità- Primo Omaggio a David Maria Turoldo, I giorni del rischio
a cura del gruppo musicale Nuovi Trovadori, direzione di Ciro Menale
Nel corso del 2011sono state musicate otto poesie di Turoldo a cura del nascente gruppo Nuovi trovadori, formato da tre musicisti rom provenienti dalla Banda del Villaggio Solidale, tre italiani edue di altre nazionalità (Cuba e India), a cui si è aggiunto un quartettod’archi, costituito da uno studente e dagli insegnanti dei corsi riservati agliadolescenti rom del Conservatorio di Milano. La poesia di Turoldo è stata dunque l’occasione per un incontro creativo fra diverse culture, alla ricerca di una sintesi musicale che ha restituito il testo poetico sotto forma dicanzone.
Dal punto di vista sociale l’esperienza è pensare ad un futuro che non “include” ma, passo dopopasso, diventi plurale partendo da una condivisione, in questo caso la poesiadi Turoldo: versi semplici e fragili, ma di “robusta credenza” di chi si facarico e spera, convinto che la parola del Vangelo sia sostanza che produce utopia.
19 e 20 maggio, ore 21.00 – Campo Teatrale
Tib Teatro – Io ti prendo per mano
con Piera Ardessi, Paola Compostella, drammaturgia e regia di Daniela Nicosia
Sul limite che precede il morire si colloca Io ti prendo per mano (Tib Teatro),aprendo le porte di un dialogo liberatorio tra una madre, malata terminale, e sua figlia: un confronto che la reciproca incomprensione aveva precluso per un’intera vita. La stanza d’ospedale si trasforma cosi in uno spazio rituale di veglia, dove i gesti ripetitivi della cura (lavare, pulire, alzare, coricare) diventano piano piano linguaggio del corpo, comunicazione profonda da cui possono finalmente emergere parole di verità per troppo tempo negate, in un crescendo drammatico segnato da consapevolezza e compassione, custodito fin dall’inizio dalla presenza di una badante straniera, silenziosa e invisibilecome un angelo.
21 e 22 maggio, ore 21.00 – CRT Salone
Te.Ma Produzioni – Oibò son morto
di e con Jacob Olesen, Giovanna Mori
Apparentemente un semplice pezzo di deliziosa comicità: due anime che si ritrovano in un altrove non ben identificato dopoessere morte inaspettatamente, nel pieno della vita. Si incontrano e si amano di puro sentimento, per ovvia assenza di corpo, liberando tutta la loro fantasia affettiva. Ma dietro l’incalzare del ritmo comico traspare una vena dolcemente melanconica, vicina al sentire dei due autori nordici, ArtoPaasilinna e Jan Fridegård, a cui il lavoro s’ispira. Nel loro tenero ritrovarsi, le due anime non esprimono infatti i sentimenti dei morti, ma il desiderio dei vivi: quel bisogno struggente di far durare per sempre le emozioni, di portare con sé, anche dopo la morte, quei frammenti di gioia, spesso nascosti e dimenticati, che hanno reso la vita migliore a noi e agli altri, di poter infine continuare a sentire coloro che rimangono, benedicendo dall’al di là le giornate e i sogni di chi ancora vive nell’al di qua.
23e 24 maggio, ore 21.00 – Teatro PIME
Orto delle Arti – Per quell’acerbo dolore
con Ferruccio Filippazzi, Miriam Gotti, musiche Walter Biella, Emilio Marcel, di Giusy Quarenghi
La storia e il mito dell’antica devozionealla Madonna della Cornabusa, custodita in una grotta remota della Valle Imagna, sopra Bergamo, diventano occasione per un allestimento intenso e coinvolgente su Maria come madre che intercede e protegge, ma soprattutto, in virtù della passione del Figlio, che accoglie il dolore, diventando ricettacolo della sofferenza dei più deboli, del grido di quella parte di umanità destinata nei secoli a soccombere sotto il peso dell’ingiustizia. Una voce collettiva che l’allestimento fa confluire, come una catena di ex voto, in una trama drammaturgica sostenuta da tante piccole storie di sacrifici, di grazie fatte e solo in parte ricevute, di affetti perduti, di figli partiti e mai più tornati,lasciando trasparire la dignità e l’orgoglio di un popolo che, al colmo della disperazione, può anche accettare la volontà di Dio, ma non è disposto a sopportare i soprusi dell’uomo sull’uomo.
25 e 26 maggio, ore 21.00 – Teatro CRT-Salone
I Sacchi di Sabbia – Abram e Isac, sacra rappresentazione in cartoon
con Arianna Benvenuti, Giulia Gallo, Giulia Solano, regia di Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo
Con Abrame Isac, sacra rappresentazione in cartoon, la compagnia I Sacchi di Sabbia compie invece una stupefacente acrobazia sulla fonte biblica, trasformando una sacra rappresentazione del Quattrocento in un’animazione che prende vita da unlibro pop up. Nella semplicità di una cornice scenica scandita dal ritmo del tempo (una pila di libretti che si alza e si abbassa) si materializza così, davanti allo spettatore, un delizioso teatrino di carta che, quadro dopo quadro, restituisce la drammatica storia del sacrificio di Isacco in forma di sogno e di fiaba, lasciando a ciò che resta della nostra infanzia il compito dirimanere incantati.
25e 26 maggio, ore 21.00 – Teatro CRT-Salone
Arkadis- Messa in scena
con Marco Sgarbi, regia di Giulio Costa
Una fulminante performance sul significato e sull’attualità del rituale fondativo della fede cristiana: nello spazio vuotodella scena un attore assembla un rudimentale altare e un ambone, preparandolo per la messa, con la gestualità esperta e abitudinaria di chi ripete quotidianamente le stesse azioni. Solo che, sotto la focale del teatro, ogni movimento e ogni oggetto, decontestualizzati dal loro ambiente originario, si accendono di luce nuova, portando l’attore / prete e lo spettatore / fedele a riflettere sul senso di un rito vissuto troppo spesso superficialmente, dato quasi per scontato, fino al punto di massima intensità, quando, dopo la proclamazione della Parola, l’attore / prete alza per la prima volta gli occhie fissa a lungo il pubblico, con uno sguardo interrogativo e penetrante, carico di domande conturbanti
29maggio, ore 21.00 – Teatro San Paolo
Ariel- La storia di Ruth
con Maria Concetta Gravano, Irina Lorandi, diretto da Alberto Baroni, MauroColombo, Luigi Galli
La storia al femminile di una famiglia divenuta ‘straniera’, che ritrova il senso dell’identità grazie ai valori dell’ascolto e dell’accoglienza. Uno spettacolo che alterna con particolare efficacia azione narrativa e interpretazione testuale: ne scaturisce una sortadi ‘dramma didattico’ che, con l’aiuto prezioso della musica dal vivo, guida con intelligenza lo spettatore dentro le pieghe del libro, mettendone in luce la trama significante, dal tema della solidarietà femminile a quello dell’accoglienza dello straniero, dal valore della fiducia alla determinatezza del coraggio.
30maggio, ore 21.00 – Chiesa di San Carlo al Corso
Secondo Omaggio a David Maria Turoldo avent’anni dalla morte, I volti della povertà
a cura del Teatro Officina, regia di Massimo De Vita
Padre David MariaTuroldo è stata una figura importante dentro molte esistenze individuali edentro la vita di quella comunità che è chiamata Chiesa, e non solo. Non ad una paludata celebrazione abbiamo pensato (David non lo avrebbe sopportato), ma ad un’interrogazione profonda; lontani quindi da ogni compiacimento nostalgico,abbiamo cercato di andare al cuore del messaggio turoldiano. I poveri, vero popolo di Dio, Sua profezia: a partire da questa centralità abbiamo cercato ponti, legami, rimandi, analogie con altri testimoni del nostro tempo, che sui bisognosi hanno fondato la loro vocazione, la loro missione: Alex Zanotelli, Angelo Casati, Tonino Bello, Luigi Ciotti, Virginio Colmegna. Lo spettacolo, raccogliendo materiali poetici e di prosa, punta dritto sul nostro “tempo malato” e sulla necessità di farci “prossimo” verso gli ultimi, e verso gli stranieri innanzitutto, questi “nuovi” fratelli che, soffrendo “la ferocia deinumeri”, vivono il massimo della disperazione e il massimo della speranza.